venerdì 5 luglio 2019

Animali e bestie


Dante diceva che le bestie sono mosse dall'istinto, l'uomo dalla ragione; il pensiero è proprio atto della ragione, perché le bestie non pensano. Sarà anche vero, ma di questi tempi non è raro incappare in uomini violenti, brutali ed irascibili. Insomma, a delle bestie. E così, se dal punto di vista scientifico siamo tutti animali ma bestie tutti meno l'uomo, penso sia il caso di iniziare a riflettere sul senso di questa distinzione. Personalmente, ho iniziato a farlo nel momento in cui la mia macchina è entrata in collisione con un cinghiale, lungo un brevissimo tratto di strada (soltanto 350 metri) che la segnaletica informa essere abituale attraversamento di animali selvatici. Da tempo immemorabile.
Insomma, non è il cinghiale che ha attraversato la mia strada, ma è la strada che ha interrotto il loro corridoio naturale e ridotto e frammentato il loro habitat. In America, il rapporto con gli animali selvatici, e nello specifico i cavalli, è ancora più subdolo. Perchè ì 100 mila mustang selvaggi che vagano ancora per le praterie sono considerati eccessivi all'equilibrio necessario alla loro sopravvivenza e, comunque, un peso per la privatizzazione delle immense aree.
E così il Governo federale ne cattura ogni anno un migliaio, allo scopo di limitarne il numero. Un centinaio di questi si salva, si fa per dire, e viene inviato in alcuni penitenziari per essere addomesticati e quindi venduti all'asta. Mustang è la storia di uno di questi cavalli e del suo rapporto con il detenuto Roman, interpretato da un Matthias Schoenaerts che dà il meglio di sè e dimostra (se ce ne fosse stato bisogno) di essere capace di calarsi in un personaggio in maniera assolutamente straordinaria. Violenza e testardaggine accomunano i due protagonisti (uomo e cavallo) in un trasformarsi reciproco, perchè ciascuno ha bisogno dell'altro anche se inconsapevolmente. Del resto, l'amicizia - quella vera - è il leitmotiv dell'intera storia portata sullo schermo in questa opera di Laure de Clermont-Tonnerre, qui alla sua prima esperienza da regista. Rispetto, amicizia e contenimento della rabbia sono elementi fondamentali per i detenuti che partecipano al programma Mustang. E non sono poca cosa questi aspetti se, come informano i titoli di coda, nel momento in cui i detenuti che partecipano al programma, negli stati dove ancora è praticato, hanno meno probabilità di ricadere nella spirale dopo essere usciti dal carcere. Insomma, un film assolutamente consigliabile che, peraltro, suscita un senso di oppressione per la illusoria superiorità dell’uomo all’interno del mondo animale.

Ritornando, comunque, al mio fatto personale ovvero alla collisione con il cinghiale (che era di grande stazza) la mia macchina ne ha patito le conseguenze, con un danno di circa due mila euro. Se la Regione, ovvero la società che per conto della Regione si occupa della loro manutenzione avesse provveduto ad installare dissuasori ottici, che all’arrivo di un autoveicolo proiettano di lato un fascio luminoso con ciò bloccando istintivamente l’animale, il numero degli incidenti sarebbe certamente inferiore a quello che, allo stato attuale, interessa l’intero ambito regionale. La Provincia di Gorizia, alcuni anni fa era intervenuta in un tratto di sua competenza nel territorio del comune di Medea e, a quanto pare, il numero degli incidenti si era pressoché azzerato. Evidentemente la tutela della fauna selvatica, di competenza oggi della Regione, non è una priorità della Regione stessa; come del resto non lo è la tutela dei cittadini che dagli animali selvatici subiscono danni. E questa è una affermazione che merita un approfondimento, tenuto conto del progressivo aumento di incidenti di questo tipo e del conseguente dovuto risarcimento all’automobilista che si è ritrovato il mezzo danneggiato, da parte del soggetto responsabile.
Relativamente a questo aspetto, è di tutto rilievo l’ordinanza di un anno fa n. 13488 del 29 maggio 2018, della Corte di Cassazione VI Sezione Civile. E’ stato infatti stabilito che, una volta accertato – per ogni singolo caso, e sulla scorta delle leggi nazionali e regionali che regolano le rispettive competenze – a chi sono stati concretamente affidati i poteri di amministrazione del territorio e di gestione della fauna, sia esso Regione, Provincia, Ente Parco, Federazione o Associazione, ecc., risponde ex art. 2043 e 2051 c.c. dei danni causati a terzi. Ed il principio affermato non è cosa da poco (come porterebbero a ritenere le informazioni ad esempio fornite dalla Regione Veneto). Ciò in quanto, tanto per citare un esempio, la posa in opera di cartelli di segnalazione di pericolo di attraversamento di animali lungi dal far venir meno la responsabilità dell’ente competente, non fa che confermare che il pericolo non è eccezionale ma reale. Perché la riduzione della velocità non sempre è in grado di evitare l’impatto con l’animale che attraversa la strada all’improvviso, rendendo impossibile evitare la collisione.

In Friuli Venezia Giulia, ad esempio, regione in cui vivo, è stata a suo tempo approvata una specifica legge regionale (si tratta della legge regionale 6 marzo 2008, n. 6 “Disposizioni per la programmazione faunistica e per l'esercizio dell'attività venatoria”). Tale legge prevede l’erogazione di fondi per l’indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica ai veicoli e alle attività agricole. I criteri, le modalità ed i termini per la presentazione della domanda per la richiesta di indennizzo sono descritti nel regolamento attuativo, decreto n. 023/Pres. del 7 febbraio 2018 che stabilisce in 5 mila euro il limite massimo di indennizzo per i danni agli autoveicoli. Nello specifico, la domanda di indennizzo deve essere presentata entro e non oltre venti giorni dal sinistro (art. 17 comma 1) e l’indennizzo sarà erogato nella misura massima dell’80 per cento del danno accertato.
Diversa è invece la procedura in Veneto e Lombardia. In Veneto, ad esempio, ricevuta la denuncia ed accertata la responsabilità della Regione, viene investita una società di gestione sinistri la quale, dopo aver fatto stimare il danno, provvederà ad autorizzare la liquidazione che sarà disposta sulla base della rinuncia ad avviare un contenzioso. La delibera di riferimento è la n. 1443 del 12 settembre 2017, pubblicata nel BUR n. 92 del 26 settembre del medesimo anno.
L'indennizzo previsto dalla Lombardia è pari al 75% del danno accertato al veicolo a seguito di stima da parte della consulenza tecnica della Compagnia, ovvero del valore del veicolo al momento del sinistro in caso di danno totale o antieconomico, ed è corrisposto fino al limite massimo di euro 5.500,00 (IVA compresa) per sinistro. La domanda deve essere accompagnata da una dichiarazione con la quale l’assicurato (ed i suoi eredi) rinunciano ad ogni azione civile nei confronti della Regione, così come in Veneto.
Insomma, la questione è complessa ma, perlomeno in Friuli Venezia Giulia, facilmente gestibile utilizzando gli accorgimenti qui di seguito indicati, fermo restando che ormai tutte le compagnie assicurative, con una minima maggiorazione al premio, prevedono il risarcimento del danno subito a seguito di impatto con la fauna selvatica.
Nella triste ipotesi di una collisione, se l’animale è ferito è necessario chiamare subito il servizio veterinario ed il 112 per segnalare l’incidente. La chiamata alla centrale operativa è elemento essenziale, anche nelle ipotesi in cui c’è la copertura assicurativa. Perché, da un punto di vista formale e sostanziale, conferma l’impatto anche se l’animale è rimasto incolume e se n’è andato per la sua strada. Senza chiamata ai carabinieri non ci sarà alcun risarcimento del danno.
Una specifica disposizione di legge, peraltro, in FVG, aveva previsto (comma 2 bis art. 10 della legge 6/2008) che  per l'accertamento e la stima dei danni ai fini della determinazione dell'entità dell'indennizzo, la Regione avrebbe potuto stipulare appositi contratti con professionisti iscritti nel ruolo dei periti assicurativi; ma non così non è stato fatto. Con la conseguenza che nell’ipotesi in cui la causa del danno non sia evidentissima, la Regione potrà rispondere (come di fatto fa) che la liquidazione non viene disposta perché l’effetto causa non è evidente. Tutto ciò nonostante sia richiesta all’atto della presentazione della domanda di indennizzo, una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà relativa agli eventi. Circostanza quest’ultima che in caso dubbio (ovvero nelle ipotesi in cui si ritenga non veritiera la dichiarazione esibita) il responsabile del procedimento sia tenuto a segnalare alla competente Procura della Repubblica il falso ideologico commesso dal dichiarante nell’attestare falsamente un fatto. In sostanza, o la causa/effetto è riconducibile al cinghiale e l’indennizzo è dovuto; oppure la dichiarazione è falsa e segnali il fatto alla Procura. Vie di mezzo non dovrebbero in pratica sussistere.
Come uscire dall’inghippo? Il consiglio è quello di richiedere autonomamente una perizia la quale, sulla base dell’esame della autovettura, il perito attesti il nesso tra il danno e la collisione con l’animale selvatico. In tal caso la Regione non potrà che procedere alla liquidazione senza tergiversare come pare faccia. Del resto, il costo della perizia non è eccessivo e certamente in un rapporto costi/benefici, assolutamente utile.

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