giovedì 4 giugno 2020

Passione green: il garden-cottage


Di rose non mi sono mai considerata un’esperta. E quando mi sono trovata, per un insieme incredibile di coincidenze, a disporre di un piccolo giardino, ho iniziato ad acquistarne alcune, in base ai consigli del vivaista. E spesse volte in base al mio personale gusto estetico. I colori in giardino sono importanti  per le emozioni che riescono a trasmettere e così, i primi fiori alla fine dell’inverno ma anche in autunno li ho preferiti nelle tonalità calde: giallo, rosso ed arancio. Mentre per l’estate assolata, i toni freddi del bianco, rosa, azzurro e blu. A dire il vero, man mano che il giardino cresceva ed io mi interessavo sempre più di piante e fiori, la mia passione si è estesa a tante altre tipologie di fiori: le ortensie, gli iris, le hosta, gli hemerocallis, acanthus, euforbia, plumbago e gli agapanto, per creare macchie di azzurro qua e là. Insomma, devo proprio ammettere che, forse, sono rare le tipologie di fiori che non suscitano in me una particolare emozione. Ci sarà anche chi potrà pensare che il risultato complessivo sia di disordine. Ma a me ricorda molto i garden-cottage inglesi e, poiché Casa Howard è uno dei film che più ho amato, proprio per le scenografie di interni ed esterni, il giudizio degli altri mi importa ben poco. Perché la pace che trasmette questa oasi di colore è più di quanto avessi anche soltanto potuto sperare di ricevere come dono dalla vita.
Piante e fiori, comunque, in quanto esseri viventi, hanno le loro esigenze e potature e concimazioni sono soltanto alcuni dei compiti che mi impegnano nel corso dei giorni, settimane e mesi. Queste note sono un po’ la sintesi delle particolari cure che le piante ci chiedono, oltre a riassumere le scelte che via via sono andata ad assumere per creare il mio angolo di paradiso. Perché c’erano comunque delle scelte obbligate per mantenere la memoria storica delle tradizioni del luogo in cui vivo, così come introdurre alcuni elementi che avrebbero caratterizzato il tono british dell’insieme.

Gli alberi da frutto essenziali. Fico, melograno e caco sono le sentinelle da sempre presenti nelle case della mia regione, il Friuli Venezia Giulia e, a dire il vero, sono i frutti che preferisco. E così, nonostante le perplessità dell’amico giardiniere, li ho sistemati ai limiti estremi del giardino, con l’impegno che se avessero raggiunto dimensioni eccessive li avremmo rimossi. In quattro anni sono decisamente cresciuti anche se non mi hanno ancora consentito di gustare i loro frutti. Vedremo in futuro. Come tenere sotto controllo questi alberi da frutta per evitare che prevalgono rispetto l’insieme che deve restare armonioso? Perché come tutte le piante da frutto, anche il melograno ha necessità di potature periodiche. Queste, infatti, consentono di rinvigorire la pianta, di mantenerla sana oltre a migliorare la sua estetica. il periodo migliore per potare il melograno è in autunno, a ottobre e novembre, cioè dopo la raccolta dei frutti e prima del riposo vegetativo. La potatura del melograno si può anche effettuare tra febbraio e marzo, ovvero al termine del riposo vegetativo. Mentre le piante più giovani si possono potare anche all’inizio della stagione primaverile, per rafforzarne la crescita. Nella potatura del melograno si procede a tagliare i rami secchi, improduttivi, danneggiati, quelli grossi e i polloni basali. I tagli devono riguardare almeno due o tre grossi rami centrali. Questi rami, infatti, sono improduttivi e tendono a incrociare quelli laterali, ovvero quelli da cui si sviluppano i frutti. I tagli vanno effettuati in maniera netta e precisa, senza lasciare sbavature e ferite difficili da rimarginare.
Per saperne di più: https://www.noisiamoagricoltura.com/potatura-melograno/

PS Ovviamente ... continua.

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