Ma l'esito è stato negativo. Nato dal dubbio che tra cuoche ed estetiste presenti online ci fosse soltanto un omonimia con l'autrice della illuminante denuncia. Ritornata, quindi, nella pagina di Treccani la piacevole sorpresa: l'autore della accurata analisi è il "maschio" Federico Sanguineti, che google presenta, fin da subito, come l'autore di "Per una nuova storia letteraria", prima di elencare tutti i siti dov'è possibile acquistare il volume e dove il volume stesso è recensito.
Al di là della critica che Sanguineti fa al De Santis sui cui testi molti di noi hanno studiato, molto interessante è l'approfondimento di Chiara Stinghi in La comparsa della donna nella scrittura, pubblicato online.
Fino alla metà del Settecento le donne scrivono prevalentemente per loro stesse, di nascosto, privatamente, e solo alla fine dell'Ottocento escono allo scoperto imponendosi nel mercato editoriale. Dopo secoli di esclusione, la donna inizia il suo percorso di conquista di un piccolo, ma determinante spazio nella letteratura. Questo tipo di carriera, non ancora normalizzata per una donna, porta la scrittrice che vuole affermarsi a trasgredire alle regole della società ed alla tradizione. Le scrittici, infatti, sono costrette a combattere contro censure e pregiudizi, conseguenze di un passato che discriminava il sesso femminile, escludendolo da ogni forma di partecipazione sociale e collettiva. Questa antica esclusione ha determinato comportamenti sociali, subordinazione all'uomo ed anche abitudini linguistiche e letterarie.
Il "punto di vista femminile" costituisce un settore preciso nel vasto mondo della letteratura, interessante in quanto qualificabile autonomamente. La donna scrittrice è lontana dalla cultura e dal sapere ufficiale: la condizione stessa di appartenenza al sesso femminile incide sulla sua produzione, proprio come l'educazione e l'istruzione.
L'educazione femminile ottocentesca è approssimativa, utilitaristica e generalmente molto breve. Nella migliore delle ipotesi le bambine frequentano la scuola fino a dodici, tredici anni, ma nella maggior parte dei casi le fanciulle raggiungono un livello minimo di scolarità, che non assicura loro neppure il possesso stabile degli strumenti più elementari per leggere, scrivere e far di conto. Secondo la concezione maschilista diffusa, le donne non necessitano un'istruzione come gli uomini poiché i loro compiti si limitano al governo dei figli e alla cura della famiglia e della casa.
Il libro di Federico Sanguineti, Per una nuova storia letteraria (Argolibri, 2022) che va letto perchè è un’illuminante raccolta di saggi sull’argomento ed un utile strumento per fare chiarezza sull' assenza della donna nella letteratura italiana, prima del secolo scorso. Perchè evidenzia come la rimozione delle donne dal canone, “un vero e proprio femminicidio culturale”, sia stata compiuta con un atto deliberato, complice l’adozione nella “storiografia borghese” del Regno d’Italia del modello di Francesco De Sanctis, storico della letteratura e primo ministro dell’istruzione italiano.