Che io ami molto le commedie
francesi lo sanno un po’ tutti, tra i miei amici. Ma che mi sia
cinematograficamente innamorata di una coppia geniale lo sanno in pochissimi.
Ovvero il ristretto numero con il quale, da tre anni, condivido al venerdì
sera, pane e fotogrammi. Ieri sera in programma c’era altro ma, alla fin fine,
la voglia di quattro risate è prevalsa, con gran soddisfazione finale di tutti.
E’ stata, tra l'altro, per una strana coincidenza di fatti che mi sono ritrovata a
guardare il trailer di Lost in Paris o Parigi a piedi nudi, il film che ho proposto, ed è stato amore a
prima vista. Registi ed interpreti di questa favola ambientata sulla riva della
Senna sono Dominique Abel e Fiona Gordon. Totalmente sconosciuti alla
maggioranza dei cinefili, al di fuori dei confini nazionali, tanto che Wikipedia dedica loro soltanto una pagina in francese. Anche se questo fatto non mi
dispiace. Nel senso che mi sento far parte di quella piccolissima elite che ha
avuto la fortuna di scoprire questa straordinaria coppia che ha trovato il modo
di trasmettere, attraverso il cinema, la reale bellezza dei sentimenti, pur
affrontando argomenti serissimi quali la povertà, l’abbandono, la vecchiaia.
Paragonarli a Fellini e Giulietta Masina potrebbe essere fin troppo facile se
la profonda differenza tra la coppia del cinema italiano del passato e questa
dei giorni nostri franco/belga non fosse tutta incentrata sul genere: onirico
si, ma per Fellini/Masina permeato da un fondo di malinconia, mentre per la
coppia Dom/Fiona – che nei film diretti ed interpretati mantengono i medesimi
nomi della realtà – prevale l’aspetto ironico in ogni situazione. E di questi tempi, caratterizzati da notizie nefaste, su tutti i piani, non è poco. Guardare per credere.
Da quando ho deciso di non tingere più i capelli e di lasciarli, quindi, color platino, sento di aver acquistato ulteriore libertà: quella di non essere schiava del tempo. Del tempo che passa, e non mi riferisco a minuti, ore o giorni; ma a mesi stagioni ed anni. Tutto ciò nonostante mi senta giovanissima nello spirito. Con tanta voglia di fare progetti per il futuro: per i prossimi 60 anni.
sabato 13 ottobre 2018
venerdì 5 ottobre 2018
Candele e fuoco
Consumismo? No grazie; ma con le dovute eccezioni. E’ arrivato l’autunno. Ed anche
se le giornate sono ancora inondate dal sole, con temperature che sfiorano i 30
gradi, ieri, infatti, l’efficiente termometro della macchina posteggiata all’ombra,
segnava 28 gradi, alla sera la temperatura si abbassa notevolmente. Ho ripreso,
quindi, la piacevole abitudine di accendere – alla sera – la miriade di tea
lights che mi piace distribuire in giro per il soggiorno. La loro durata è di
circa 4 ore e pertanto non serve spegnerle, con il conseguente fumo e odore
fastidioso che emanano in tal caso, senza tenere conto che una soffiata un
pochino più energica di quanto necessario può causare fastidiose spruzzate di
cera sugli oggetti adiacenti alla candela, con la relativa necessità di
rimuovere la stessa, sempre estremamente fastidiosa.
l'accendino elettronico |
Le bellissime candele
nella foto sono prodotte da Fabrizia Perco. La trovate il giorno 20 e 21 ottobre 2018 al
Castello di Strassoldo, nell'ambito dell'evento "Frutti, acque e castelli". Altrimenti la potete contattare via Facebook.
lunedì 1 ottobre 2018
L'acquisto di piante e bulbi
Uno dei fastidi che ho
sempre avuto è quello di trovare la cassetta della posta piena di pubblicità;
che, inevitabilmente, getto nella spazzatura senza nemmeno guardare di che si
tratta. E’ anche vero che una gestione oculata del bilancio familiare dovrebbe
suggerire di sfogliare i diversi depliant e scoprire le offerte interessanti.
Ma da consumatrice vaccinata ben conosco la strategia commerciale che sta a
fondo delle offerte civetta e non ci casco proprio. Diversa cosa, invece, sono
le app delle diverse catene commerciali che consentono di conoscere, in
anticipo, le proposte di settimana in settimana. Così, un’occhiata oggi ed una
domani, riesco a compilare la lista della spesa necessaria o dilettevole. O
meglio ancora più dilettevole che necessaria. Perché non ho mai preso l’abitudine
di fare la spesa settimanale e continuo, quindi, sempre ad acquistare ciò che mi serve,
soltanto nel momento in cui ne sono rimasta sprovvista. Fermo restando,
ovviamente, le scadenze temporali prefissate: frutta e verdura dal contadino al
lunedì; le uova al mercoledì. Insomma, nella lista virtuale ciò che non manca
mai sono bulbi o piantine; ciò in quanto, dati alla mano, ho scoperto che quelle proposte da un brand straniero sono
vigorosissime e ad un prezzo davvero irrisorio. Questo lunedì nel supermercato cittadino ho fatto scorta
di amaryllis bianchi a 2,99 euro al pezzo. Al negozio ci sono andata di mattina presto; perché ovviamente non sono l’unica ad aver scoperto l’ottimo
rapporto qualità/prezzo e succede, quindi, che molto spesso il prodotto ambito
sia andato già esaurito lo stesso giorno di inizio della vendita e a volte le prime ore della mattinata.
Per saperne di più su questa
elegante e maestosa bulbosa, consiglio la lettura di questo approfondimento.
PS Se il tempo dedicato all’acquisto
delle piante è sempre un momento piacevole, alcune volte tuttavia può essere compromesso
dalla arroganza di giovin signore che non si fanno scrupolo di spingersi verso
la cassa prima di chi è arrivato in fila nello stesso momento. Ma ahimè il galateo delle precedenze si è perso nella notte dei tempi e quindi sconosciuto alle
giovani generazioni, che avrebbero invece tutto da imparare dalle regole di
convivenza civile come autorevolmente è stato già ampiamente illustrato.
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