Non avere più un’occupazione
che ti costringe ad orari stabiliti ha comportato, per me, una sensazione di
libertà inaspettata. E ciò anche se amavo profondamente il mio lavoro. Adesso
che il mio tempo è scandito da altri ritmi ho iniziato anche a trovare un inaspettato
piacere nella cucina. Piacere che non ho mai avuto e mai coltivato. Nella mia
vita precedente, infatti, alla domenica si andava a pranzo dalla nonna, mentre
avevo la possibilità ed occasione di dedicarmi al cibo soltanto nelle occasioni
di festività particolari o di invito a cena di amici. Questo succedeva non più
di un paio di volte all’anno. Impossibile pertanto la sperimentazione ma anche
il ricorso alla cucina tradizionale, la cui bibbia non ha mai smesso di essere per
me La cucina triestina di Maria Stelvio; della quale conservo ben tre distinte edizioni.
La prima delle quali mi fu regalata da mia madre due anni dopo il mio
matrimonio, quando si accorse che gli unici piatti che sapevo preparare era il
risotto ai formaggi e tortelloni con panna e prosciutto: copertina rossa in
similpelle, edizione 1977.
La mia seconda vita che ha
avuto, quindi, inizio con una disponibilità di tempo mai goduta prima, tenuto
conto che le ferie venivano utilizzate per la vacanza con la famiglia, coincide
con la scoperta di un mondo totalmente nuovo, dove comunque cuochi famosi o
programmi televisivi in tema, non vi hanno mai fatto parte. Mentre il cibo in sé
è un argomento che amo molto. Tanto da renderlo il tema di una mini rassegna cinematografica condivisa con gli amici l’estate di un paio di anni fa.
Cucina oggi, cucina domani,
cerca una ricetta qua e cerca una ricetta là, ho scoperto alcuni accorgimenti
che rendono il piatto migliore rispetto al risultato che si potrebbe ottenere
utilizzando la comune conoscenza ed è questo che intendo svelare, forte della
mia certezza che l’unico vero piacere è la condivisione.
La maionese. Per anni ho
pensato che cimentarsi a fare in casa la maionese fosse un’impresa temeraria,
anche perché l’incubo della maionese impazzita mi ha contagiata per tantissimi
anni. Molto più comodo insomma acquistarla bell’ e pronta al supermercato.
Pensavo. Fino a quando la tentazione dell’esperimento ha prevalso, anche in
relazione al fatto che avevo ri-acquistato quel piccolo, a mio avviso indispensabile
elettrodomestico che è il frullatore ad immersione, comunemente chiamato mini pimer. Lui avrebbe potuto aiutarmi nella funzione creativa. Le
ricette per la maionese disponibili on-line sono tantissime e tutte valide. C’è
chi usa l’aceto e chi il succo di limone; chi olio d'oliva chi di semi. E' del tutto indifferente. Non serve avere la materia prima fredda o calda. D'estate o d'inverno il risultato è sempre lo stesso: in meno di un minuto la nostra maionese sarà bella e pronta. Ecco la ricetta, con gli ingredienti indicati in ordine di utilizzo. Versare nel bicchiere del minipimer 250 ml di olio (io ci metto 50 di EVO ed il restante semi), il succo filtrato di 1 limone (o aceto è del tutto indifferente), sale e pepe quanto basta e piace. Infine si aggiunge l'uovo sia il tuorlo che l'albume. Si prende, quindi, il mini pimer e lo si appoggia al fondo del bicchiere; lo si avvia e lo si tiene fermo fino a quando si vede che l'olio e l'uovo iniziano a montare; a quel punto lo si solleva ed abbassa un paio di volte, fino a quando la maionese avrà assunto la consistenza desiderata. Il tutto in meno di 1 minuto. Provare per credere! @lapina.
Da quando ho scoperto questo straordinario sistema, le insalate russe o meglio ancora le waldorf non mancano mai nelle mie cene con gli amici.