sabato 21 novembre 2020

Ricordi veneziani: il cinema 50 anni fa


Ho la fortuna di vivere a soli 135 chilometri da piazzale Roma a Venezia e, vista la mia età, ho tanti ricordi. Posso raggiungere la città più bella del mondo in soli 1 ora e 26 minuti, come con precisione mi indica Google map. Anche se, a dire il vero, ultimamente preferisco lasciare la macchina alla stazione di Mestre e raggiungere Venezia con il treno, tenuto conto che c’è una corsa ogni 10 minuti circa. A Venezia sono legati, indissolubilmente, alcuni ricordi della mia adolescenza. I più antichi sono quelli riconducibili all’anno 1970. Ne ho una memoria perfetta: Il rientro da una gita scolastica con sosta indimenticabile enogastronomica alla trattoria da Gigio, in fondamenta San Felice, a poche decine di metri dal campo omonimo. E l’avventura di chiuderci in un cinema, mia sorella ed io, in una uggiosa giornata d’inverno, in attesa dell’orario del treno per il rientro. All’epoca ero fan di Jean Paul Belmondo e, attraversando calle e calette, sgorgemmo i poster che annunciavano la proiezione di La mia droga si chiama Julie. Non dimenticherò mai la straordinaria interpretazione di Belmondo e Catherine Deneuve sotto la regia di François Truffaut. Il titolo originale del film era La sirène du Mississippi. Personalmente comprendo spesso molto poco la scelta del distributore italiano di cambiare del tutto il titolo anziché soltanto tradurlo. Anche in questo caso, infatti, la Sirena del Missisipi sarebbe stata molto più consona ed appropriata, vista la storia che vi veniva raccontata. Ma tant’è. Trent’anni dopo anche Michael Cristofer ha adattato il romanzo Waltz into Darkness (1947) di William Irish (pseudonimo di Cornell Woolrich), con due stelle dello schermo quali Antonio Banderas ed Angelina Jolie, ma il risultato finale del thriller – erotico, non è stato, a mio avviso, all’altezza delle aspettative.

Molto proficui quegli anni, dal punto di vista cinematografico. Consultando il database di Mymovies, ho scoperto che nel 1970 sono stati distribuiti film che, sotto un certo punto di vista, hanno fatto la storia del cinema, nel loro specifico genere di appartenenza. Tanto per citarne alcuni estratti dalle prime 2 delle 48 pagine dell’elenco: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Zabriskie Point, Lo chiamavano Trinità..., Il giardino dei Finzi Contini, Uomini contro, Love Story, Soldato blu, Piccolo grande uomo, e Un uomo chiamato cavallo, Anonimo veneziano, Il conformista, M.A.S.H., L'uccello dalle piume di cristallo, Brancaleone alle crociate, e la Strategia del ragno. Insomma, cinquant’anni fa il cinema era di qualità.

Dell’anno successivo, ovvero del 1971, è un altro film francese che ho amato tantissimo. Si tratta di Morire d’amore. Tratto da un autentico episodio di cronaca, il film racconta l’infelice storia dell'amore "proibito" tra un'insegnante, Danièle, e un suo alunno. Invano i due tentano di sfuggire alle regole di una società conformista. Credo sia stata questa una delle poche volte in cui, al termine della proiezione, non sono riuscita a trattenere le lacrime. Non so se, oggi come oggi, vista l’aria che tira ho voglia di piangere nuovamente; perché non ho alcun dubbio che lo farei di nuovo. Ma ho scoperto che un paio di anni fa è uscito il dvd ed è in vendita da Ibs e questa è già di per se una bella novità. Come il fatto che una ricchissima offerta di film è disponibile su Google play, a noleggio o in vendita. Insomma, credo proprio che le centinaia di VHS che avevo acquistato e conservato sia ora di riporre: e non nel magazzino dei ricordi.

L'opportunità dello streaming è qualcosa di assolutamente straordinario grazie anche a Mymovies che consente di assistere alle proiezioni della maggior parte dei festival che si tengono in Italia. E' evidente che al cinema è tutt'altra cosa, ma con la tecnologia oggi a disposizione, è possibile anche da casa apprezzare quella che ormai comunemente viene definita la "settima arte".

Ho voluto scrivere, oggi, di cinema, perchè ieri 20 novembre, se le condizioni lo avessero consentito avremmo dovuto incontrarci per parlare di Nora Gregor. Attrice straordinaria, prima di teatro e poi di cinema, che visse all'inizio del secolo scorso e protagonista di uno dei più bei film di Jean Renoir, La regola del gioco. L'appuntamento è, comunque, soltanto rinviato, in attesa di tempi migliori. Nel frattempo, chi avesse tempo e voglia può dedicarsi alla lettura del coinvolgente racconto che ne ha fatto Hans Kitznuller nel suo L'altra regola del gioco. "Quasi nessuno ricorda Nora Gregor, attrice goriziana divenuta nel giro di pochi anni una stella del teatro e del cinema. Sull’onda del successo fu chiamata a Hollywood ma la nostalgia per l’Europa e per la sua amata Vienna la portarono ad abbandonare una carriera di diva del cinema per far ritorno nei teatri austriaci, poco prima della tragica annessione alla Germania nazista. Hans Kitzmüller in lunghi anni di paziente ricerca ha ricomposto i tasselli della biografia di Nora Gregor in un affresco di una vita in preda alle onde della Storia. La voce di Nora riprende vita per guidare il lettore attraverso le stazioni del suo progressivo esilio (Vienna, Lido di Venezia, Portogallo, infine Cile)." Il libro è oggi in vendita online presso la libreria Feltrinelli al prezzo scontato di soli 6 euro. Un'occasione da non perdere in vista delle prossime festività natalizie e la costante ricerca di strenne non banali.

lunedì 2 novembre 2020

A novembre si lavora per le prime fioriture in giardino.

Quando le ore di luce incominciano a scarseggiare ed il divano di casa, davanti al caminetto acceso, diventa il mio nido prediletto, per me significa che è ora di andare in semi letargo, ovvero dedicare molto più tempo a me stessa e meno vita sociale. Si diradano le camminate in campagna, che pure amo molto, pranzi e cene con gli amici in giardino sono soltanto un piacevole ricordo. Quest’anno, poi, è andata così. Ciò che mi cruccia è che, per un motivo o per l’altro, ed anche a causa delle restrizioni imposte in prossimità della primavera, le varie attività che abitualmente svolgevo in giardino hanno perso il ritmo consueto e quest’anno, quindi, sono drammaticamente in ritardo rispetto ai lavori che le mie amate piante richiedono.

Non ho, ad esempio, provveduto a piantare i bulbi primaverili, anche se questo mese di novembre, lo consente ancora. E non ho neppure steso lo stallatico pellettato, operazione che di norma faccio ad ottobre prima di una pioggia, e che consente di evitare l’uso di fertilizzanti chimici e apporta al terreno humus contribuendo a riequilibrare il pH (l’acidità del terreno). Oltre alla funzione concimante a cessione lenta  svolge una importante funzione  ammendante, consistente in un miglioramento notevole della struttura del terreno. Quindi domani mi impegno: non avendo nessuna altra cosa necessaria da fare eseguirò, seppure in ritardo, questo indispensabile compito.

Se il tempo tiene, ma viste le previsioni meteo non ci dovrebbero essere problemi, sarà la volta, poi, delle bulbose che colorano il giardino alla fine dell’inverno, prima ancora che rose ed ortensie mettano fuori le loro prime gemme. Ne ho già piantate tantissime. Anche nell’aiuola delle erbe aromatiche, narcisi, giacinti e tulipani, in ogni centimetro quadrato rimasto libero dalle perenni, crescono senza entrare in conflitto con le altre piante. Tra l’altro, ho scoperto che anche sotto il gigantesco tiglio che sovrasta la mia casa e che sottrae ogni energia vitale nello spazio attorno a se, le bulbose fioriscono di anno in anno senza problema alcuno. L’esperimento l’ho fatto con i giacinti comprati a Natale che, forzati nella loro fioritura, non ho avuto cuore di buttare via (come del resto non faccio mai con nessuna pianta a meno che non sia decisamente morta). Il primo anno il loro stelo era decisamente minuscolo con pochissimi fiorellini. Ma l’anno successivo si sono manifestati in tutto il loro splendore e profumo. Ormai è tardi, ma il mio consiglio, per il futuro, è tenere sotto controllo le vendite dei bulbi nei supermercati tedeschi (Lidl e Aldi per intenderci) per avere ottimi risultati a prezzi decisamente contenuti. Provare per credere!

 

 

 

La casa che ti sceglie

Ogni anno, a novembre, acquisto Gardenia perché, allegata alla rivista, c’è un’agenda. Nonostante mi consideri abbastanza informatizzata, e ...