Sono digitali, viaggiatori,
si prendono cura di sé, sportivi e appassionati di cultura. Non è l'identikit
di un ventenne e neanche di un trenta-quarantenne: stiamo parlando degli over
65. Una fetta della popolazione pari al 22,6% (13 milioni e 672 mila persone)
che è destinata a crescere (34% entro il 2050) e che, rispetto ai coetanei di
vent'anni fa, ha fatto un salto in avanti: gli over 65 sono digitali e più
ottimisti. Si tratta della prima generazione di questa fascia di età che
progetta il futuro. Tanto che gli over 65 di oggi rappresentano un nuovo target
a cui si stanno interessando molte industrie. Questo l’incipit di un articolo
pubblicato alla fine di aprile di quest’anno, da ItaliaOggi sette, un magazine
che non appartiene certamente alle riviste di evasione e che si è sempre
qualificato per la serietà delle sue analisi. Insomma chi ritiene che diventare
anziano significa molto spesso avviarsi verso
una fase della vita in cui i pensieri negativi prevalgono rispetto la voglia di
imparare nuove cose e di scoprire il mondo, beh, ha proprio sbagliato nel
centrare l’obiettivo.
Ho pensato subito a questo,
nel momento in cui ho letto la mail che una cara amica mi ha
inviato a commento del mio ultimo post “Animali e libertà”.