sabato 10 dicembre 2022

Natale: simboli e contaminazioni

Natale si avvicina. Chi è legato alle tradizioni ha certamente già creato un angolo, nella propria casa, con albero e presepe. Chi, invece, posto non ne ha, perché le case sono sempre più piccole ha, con molta probabilità, messo su un tavolino una lanterna con candela rossa, un ramo con le lucette, uno gnomo o un soldatino di legno.

Personalmente amo molto gli gnomi e, assieme ai pettirossi di panno, ne ho distribuiti un bel po’in giro per la casa. Queste piccole creature dal tipico berretto a cono, sono collegati all'elemento Terra e proprio per questo simboleggiano stabilità, radicata solidità, sicurezza e protezione. Secondo le leggende un tempo gli uomini erano in grado di comunicare con gli gnomi, che li proteggevano. Poiché non è inconsueto utilizzare gli gnomi durante tutto l’arco dell’anno, è bene sapere che, comunque, portano buona fortuna. Ogni gnomo ha un colore: lo gnomo blu dona successo, ottimi affari e lavoro; lo gnomo verde favorisce la salute, porta il benessere, la serenità, ama i bambini e gli animali; lo gnomo giallo attira la fortuna e la ricchezza, mentre lo gnomo rosso porta amicizia, amore e aiuta i rapporti in generale. Paracelso fu il primo a menzionare gli gnomi, facendone derivare il nome dalla radice greca gnosis («conoscenza»). Paracelso considerava gli gnomi spiriti della terra e del sottosuolo, e sosteneva che potessero spostarsi all'interno del terreno con la stessa facilità con cui gli uomini camminano sopra di esso.

Babbo Natale, in una società sempre più laica, è colui che porta i regali ai bambini nella notte tra il 24 e il 25 dicembre. Nella mia infanzia i doni me li portava Gesù bambino e la befana. Ma tant’è. Gli anni passano ed alcune tradizioni si sono contaminate. La figura che conosciamo oggi discende, palesemente, da San Nicola, che fu vescovo di Myra (antica città turca). Prima di diventare Santo, Nicola si batté a lungo per difendere i valori cristiani, fino ad essere imprigionato. Morì il 6 dicembre verso la metà del IV secolo. Prima di diventare Santo, a Nicola vennero attribuiti diversi miracoli che lo resero popolare tra tutti i cristiani. Due episodi specifici legano al suo nome la tradizione di offrire doni ai bambin nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre. Salvò tre ragazze che vendevano il proprio corpo per pagare i debiti del padre, regalando loro tre sacchi d'oro. Il secondo è un miracolo: smascherò un locandiere che aveva ucciso tre bambini, consegnandolo alla giustizia e resuscitando gli infanti. Nel tempo la figura di San Nicola si è fusa ad altri personaggi del folclore nordico, poiché la chiesa del Nord Europa proibiva la venerazione dei santi. Nacque così un San Nicola vestito di verde-marrone, allegro e rubicondo. La svolta verso il Babbo Natale moderno avviene negli Stati Uniti d'America verso la fine dell'Ottocento: diversi scrittori di libri per bambini immaginarono un Santa Claus che portava doni ai bambini, su una slitta volante trainata da renne. A Thomas Nast, illustratore, si deve la prima rappresentazione del Babbo natale anziano, con barba e pelliccia. Il colore rosso, ormai si sa, risale ai nei primi decenni del Novecento, quando venne utilizzato quale pubblicità della Coca Cola.

Ci sono, poi, i soldatini Schiaccianoci. Decorazioni natalizie gettonate in tutto il mondo che, da un paio d’anni, si stanno diffondendo anche in Italia. La loro storia comincia nella Germania del 600 ed è legata a diverse leggende. E’ un simbolo portafortuna, nato però come simbolo di protesta. La diffusione e produzione di massa in tutto il mondo risale a epoca recente, dagli anni Cinquanta in poi.

L'iconico soldatino, che oggi siamo abituati a pensare come simbolo natalizio, fa pensare subito al racconto Lo schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Hoffmann, ma anche alla Storia di uno Schiaccianoci, la versione di Alexandre Dumas. Passando dalla letteratura alla danza, come non menzionare l'omonimo balletto di Tchaikovsky. La produzione di massa si deve, in particolare, a Friedrich Wilhelm Füchtner, che infatti in Germania è riconosciuto come ‘il padre dello Schiaccianoci'. Oggi la statuina ha perso la sua funzione effettiva di rompere il guscio delle noci, ne ha solo una decorativa, ma resta un simbolo di buon auspicio; è un portafortuna e si dice che tenga lontani gli spiriti maligni.

La statuina sembrerebbe essere nata come simbolo di protesta in Germania, nel XVI secolo, a causa delle tasse troppo pesanti. Si narra che gli abitanti si ribellarono costruendo un soldatino di legno gigante. Esiste anche una leggenda più romanzata. Si tratta della storia di un contadino, che abitava da solo sulle montagne: era un uomo ricco, ma molto solo, per via del suo carattere burbero. Passava il Natale chiuso nella sua abitazione, schiacciando noci. Una volta vecchio, quando non riusciva più a farlo da solo, chiese aiuto agli abitanti del paese. Uno di loro costruì uno schiaccianoci con le sembianze di un soldato. Il contadino ne rimase talmente colpito che il suo cuore di pietra si sciolse e donò tutti i suoi averi ai più bisognosi.

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