Emergenza sanitaria o emergenza costituzionale?
Oggi piove. Ci voleva
finalmente un po’ di questa pioggia sottile, costante. Anche se le mie rose che
iniziavano a sbocciare ne soffriranno un po’, penso alle produzioni agricole e
orticole che di acqua avevano proprio bisogno. Ed anche i miei amati
germogli di pungiotopo cresceranno con maggior vigore e facilità.
In queste oziose giornate di
isolamento dove soltanto la mia passione per il cinema, la lettura ed il
giardinaggio hanno reso sopportabile il cosiddetto lockdown non ho avuto molta
voglia di scrivere, nel senso che mi sono limitata ai doveri professionali.
Lockdown. Strategica la
scelta di utilizzare il termine straniero, anziché l’italiano “confinamento”.
Forse perché il vocabolo italiano avrebbe potuto turbare anche la gente comune perché
evoca un periodo storico nefasto (confino) e perchè i suoi sinonimi sono
inequivocabili: prigionia, reclusione, imprigionamento, detenzione. E allora, perché
non scrivere proprio di restrizioni? Questa settimana non è una settimana
qualunque. E’ la settimana in cui le voci si stanno alzando per raccontare una
storia che non avremmo mai più voluto sentire.