Al proliferare di regolamenti regionali si contrappone una
visione chiara della tassazione
Le ipotesi: reddito d’impresa, redditi diversi, cedolare
Alloggio offresi, purché il soggiorno non superi i 30 giorni.
E con un occhio di riguardo alle norme regionali e al regime fiscale da
seguire. In Italia è boom di B&B e di camere o interi appartamenti da
locare a turisti. La cosiddetta sharing economy sta diventando un affare per
tutti, giovani o vecchi, a prescindere dalla professione o dalla specifica
conoscenza in ambito fiscale e informatico. L’obiettivo non è sempre soltanto
quello del guadagno. Perché molto spesso la condivisione resa possibile dagli strumenti
della società dell’informazione è per socializzare (è il caso per esempio del
Bla Bla car), mentre per quanto riguarda gli immobili l’obiettivo è quello di
abbattere i costi di gestione della seconda casa, che non sempre è al mare, in
montagna o in una città d’arte. Molto spesso è la vecchia abitazione dei
genitori ricevuta in eredità e che, visto l’andamento negativo del mercato
immobiliare, molti si ritrovano a ritenere anti-economico vendere. Ed ecco che
l’affitto di una stanza o dell’intero appartamento consente di far fronte agli
oneri di gestione quali la manutenzione, il pagamento di Imu, Tasi e Tarsu,
oltre alle bollette per luce, acqua e gas e alle spese condominiali. Da questa
situazione il moltiplicarsi delle offerte di alloggio che si possono
differenziare in B&B, affittacamere e locazioni brevi, ovvero tutte quelle
occasioni di soggiorno, che oggi vanno anche di moda e che si pongono in
concorrenza con la tradizionale ospitalità offerta dagli alberghi.