domenica 14 marzo 2021

Dalla Camelia a Voltaire: divagazioni primaverili

Credo di aver amato da sempre la Camelia e, fino ad alcuni anni fa, non avendo un giardino ne sfoggiavo una spilla, il fiore preferito della mitica Coco Chanel ma anche molto usata anni fa, se ricordo bene, nelle collezioni di Luisa Spagnoli. Poi, quando i casi della vita mi hanno consentito di poter disporre di un piccolo giardino ed ho avuto modo di fare un viaggio nella meravigliosa Bretagna, la decisione è stata quasi obbligata. Non c’è giardino, infatti, nella regione francese che non ne esibisca una. E come potrebbe essere diversamente? Già prima che i calicantus facciano sbocciare sui nudi rami le gialle corolle profumate, le camelie si riempiono di boccioli che tra la fine di febbraio ed i primi di marzo si aprono maestosamente esibendo la perfezione geometrica del loro fiore. Le mie piante che, vista la natura del terreno, ho preferito far crescere in vaso (riempito con la terra specifica per acidofile) non hanno dimostrato alcuna sofferenza, anche se la loro dimensione sta diventando ragguardevole. Sono piante rustiche, che provengono dall’Oriente, e non soffrono le temperature sottozero, se limitate a qualche giorno. Le loro foglie di colore verde scuro sono lucide e cuoiose e non cadono mai. Quindi, anche d’inverno il cespuglio verde illumina il grigiore della terra a riposo.

Le mie meravigliose camelie di colore bianco, rosa, rossa e rosa screziato le ho acquistate nel vivaio Petrini di Ronchi dei Legionari dove, nei giorni scorsi, ho incontrato Stefano Morsolin il giardiniere/esteta che tante volte ci ha accompagnati in quello che era il paradiso Viatori. Stefano, come sempre disponibilissimo a fornire consigli e suggerimenti ai clienti del vivaio fa parte del Circolo di giardinaggio del FVG Amici in giardino, fin dalla sua costituzione e, in qualità di esperto del verde (è perito agrario diplomatosi all’istituto Brignoli di Gradisca d’Isonzo) collabora con molti circoli sia italiani che sloveni. Ha partecipato e partecipa a convegni; ma soprattutto è un esteta, capace di trasformare un pezzetto di terra in un luogo magico, come ben lo dimostra il suo giardino le cui foto sono visionabili nel suo profilo facebook.

“L’amore è come una pianta preziosa. Non puoi solo accettare di riceverla e lasciarla appoggiata sulla credenza o fare finta che sopravvivrà da sola. Dovrai continuare ad innaffiarla. Dovrai davvero prendertene cura e nutrirla” diceva John Lennon. Del resto, già Voltaire in Candido affermò che : «Bisogna coltivare il proprio giardino». Si tratta certamente di una metafora, nel senso che si deve vivere la propria quotidianità, fare le proprie piccole cose, mettendoci l’impegno necessario ma senza pretendere l’impossibile. Non come ho fatto io, quindi, un paio di anni fa, che nel mio piccolo giardino volevo piantare un albero di Jacaranda. Insomma, bisogna occuparsi delle proprie cose, senza prevaricare gli altri e quindi vivere in pace e sereni. Ma in tempo di restrizioni e con la Primavera alle porte le parole di Voltaire possono rappresentare il modo per superare questa ennesima fase critica. Se disponiamo di un pezzetto di terra, una terrazza o anche soltanto di un balcone, la felicità sarà raggiunta dallo spuntare dei germogli dai bulbi appena piantati o dal geranio dello scorso anno che, debitamente potato, farà spuntare le nuove piccole foglie. Provare per credere!

La casa che ti sceglie

Ogni anno, a novembre, acquisto Gardenia perché, allegata alla rivista, c’è un’agenda. Nonostante mi consideri abbastanza informatizzata, e ...