domenica 17 aprile 2022

Miti e riti della mia Pasqua

L’origine del termine פֶּ֥סַח, Pèsach (o Pascha), lo illustra in una dettagliata analisi storica il sito archeome, è ebraico-aramaica e significa passaggio. È un chiaro riferimento alla liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana. La festività cristiana della Pasqua sarebbe il frutto della sovrapposizione dell’evento narrato nell’Antico Testamento con l’evento raccontato dai Vangeli riguardante la Resurrezione di Gesù. Pèsach, chiamata erroneamente pasqua ebraica, è celebrata ancora oggi e dura otto giorni, sette in Israele. Fu istituita, secondo le Sacre Scritture (Esodo 12,2-6; 13, 3-5), direttamente da Dio con il monito di onorare ciclicamente la ricorrenza della liberazione degli Israeliti. Cade il quattordicesimo giorno del mese di di אָבִיב (āḇîḇ, Abib in cananeo, Nisan in babilonese), e corrisponde ai nostri mesi di marzo e aprile.

Si sa, comunque, che già nel II secolo d.C. i primi Padri sentirono la necessità di ricorrere ad una stesura di rituali differenziati. Il rapporto con le festività giudaiche, infatti, rappresentò un elemento divisivo nelle relazioni giudaico-cristiane. Uno dei testi cristiani più antichi, la Didaché degli Apostoli, redatto tra I e II secolo d.C., si soffermava proprio sulla necessità di diversificare i digiuni rituali da quelli messi in atto dalla comunità ebraica. Ma ormai, credo nessuno abbia più nemmeno ricordo del digiuno che veniva praticato, in tutte le famiglie, il venerdì santo. Personalmente, ancor oggi, evito comunque, di mangiare carne.

A proposito di cibo, riti e Pasqua, si può certo dire che il coniglietto pasquale, raffigurato come un coniglio che consegna le uova di Pasqua, è celebre in gran parte del mondo. Secondo la tradizione, questo animale folcloristico, nato in Germania come la "lepre pasquale", deponeva uova colorate da far trovare ai bambini, essendo l'uovo come il coniglio stesso considerato un antico simbolo di fertilità, rinascita e nuova vita: tutte cose associate alla celebrazione primaverile della Pasqua!

Durante la Quaresima (quaranta giorni di digiuno prima della Pasqua), era vietato mangiare carne e uova. Ma le galline continuarono a deporre uova e per conservarle, la gente iniziò a cucinarle. Alcuni li coloravano anche aggiungendo erbe durante il processo di cottura per differenziarli dalle altre uova. Alla fine del digiuno, le famiglie rimanevano con molte uova cotte. Allo stesso tempo, era primavera e molte lepri erano nei campi. I tedeschi cominciarono ad associare uova e conigli al simbolo della fertilità. E a poco a poco, la leggenda è nata e si dice che il coniglietto di Pasqua porta le uova ai bambini.

Regalare uova di cioccolato a Pasqua è una delle tradizioni più dolci e più amate e rappresenta un’usanza dalle antichissime origini che si è ormai diffusa nella cultura occidentale. Già nel Mondo Antico, l’uovo era considerato come un oggetto sacro e dal forte significato evocativo, in quanto custode di una nuova vita. L’usanza di regalare uova ha radici nella cultura delle popolazioni pagane, dove questo gesto simbolico rappresentava un modo per augurare fertilità, prosperità e rinascita. Se già i Persiani usavano scambiarsi le uova di gallina come gesto di buon auspicio per l’inizio della primavera, questa tradizione si diffuse poi nel tempo fra le popolazioni egizie, greche e romane, con questi ultimi che usavano sotterrare un uovo dipinto di rosso nei terreni da coltivare come rituale per renderli fertili dopo l’inverno. Con l’avvento del cristianesimo nel mondo occidentale, l’uovo fu poi associato alla sacra festività della Pasqua come modo per celebrare la rinascita di Gesù Cristo e come simbolo di resurrezione e speranza nella vita eterna. La tradizione dell’uovo come dono di Pasqua si diffuse poi nel Medioevo e se già in Germania si iniziò a donare delle semplici uova bollite dipinte e decorate con colori naturali, i sovrani dell’epoca erano soliti commissionare delle uova artificiali rivestite con preziosi materiali quali oro, argento e platino che venivano consegnate come dono di corte durante la festività. L’usanza moderna di mangiare uova di cioccolato a Pasqua ha invece origine nel Settecento, quando il chocolatier francese David Chaillou inventò il primo uovo di cioccolato artigianale con crema di cacao. Questa sua invenzione gli fu commissionata del re Luigi XIV, che volle sostituire l’oro con il cioccolato nella realizzazione dei doni pasquali dell’epoca e concesse al suo artigiano il diritto esclusivo di vendere cioccolato nella città di Parigi.

L’agnello in tavola fa parte indissolubilmente della tradizione pasquale. Il collegamento è ovviamente con la religione cristiana e prima ancora con quella ebraica. L’animale è simbolo di sacrificio ed è collegato alla Pasqua: nell’Antico Testamento il suo sangue viene usato per marchiare le porte degli ebrei in Egitto, così Dio sa quali sono le case da colpire, uccidendo i primogeniti degli egiziani. Tuttora per Pèsach, la Pasqua ebraica, celebrazione della liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto, si mangiano piatti a base di agnello. Nella religione cristiana la simbologia dell’agnello è persistita – “Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” – e la tradizione di mangiare l’animale è passata anche nella Pasqua cristiana. E il consumo di agnello dal Centro-Sud, maggiormente vocato alla pastorizia, si è espanso al Nord Italia. Da anni ormai limito la carne a poche volte al mese. Insomma, se non mi sono ancora convertita del tutto, ci sto arrivando. E’ un percorso che non va forzato ma va fatto a piccoli passi. Ma a Pasqua non mangio agnello. Rispetto coloro che, invece, lo fanno e agli integralisti vegetariani consiglio la lettura di questo interessante articolo.

I miei riti. La Via Crucis che dalla piazza principale della mia città si snodava fino al castello era un appuntamento immancabile. E mi dispiace molto non avervi partecipato quest’anno. Tenuto conto che l’appuntamento è stato rinnovato dopo due anni di pausa. Ho mantenuto, invece, per l’ennesimo anno, la tradizione musicale con la visione di musical Jesus Christ Superstar, quest’anno in compagnia di mia figlia. Questo film, che risale agli inizi degli anni 70 è, a mio avviso, un vero e proprio capolavoro sempre attualissimo non soltanto nella musica ma anche come messaggio politico. Per curiosità, sono andata a leggere le recensioni degli spettatori sul sito di critica cinematografica mymovies; sempre curiosa di confrontarmi con le opinioni degli altri. Mi sono commossa. Soprattutto nel leggere ciò che ho provato, ma mai sarei riuscita a descrivere altrettanto bene: “Sublime veder ballare questi ballerini avvolti dalla polvere del deserto. Commovente vedere disegnato sul volto santo di Gesù l'espressione della triste meraviglia descritta da Montale in una sua poesia. Incredibile come si possa stare in silenzio avvolti dal chiasso e dalla musica sulla poltrona proprio come se si fosse inginocchiati dentro una chiesa”. Insomma, una visione che consiglio caldamente a tutti, magari il prossimo anno.

La Pasqua del 2023 sarà celebrata il 9 aprile; è, infatti, una festività mobile, ovvero il giorno in cui la si festeggia varia poiché correlata con il ciclo lunare. Il giorno della Pasqua cristiana viene fissato di anno in anno nella domenica successiva alla prima luna piena, successiva all'equinozio di primavera (21 marzo). Buona Pasqua!

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