Sono digitali, viaggiatori,
si prendono cura di sé, sportivi e appassionati di cultura. Non è l'identikit
di un ventenne e neanche di un trenta-quarantenne: stiamo parlando degli over
65. Una fetta della popolazione pari al 22,6% (13 milioni e 672 mila persone)
che è destinata a crescere (34% entro il 2050) e che, rispetto ai coetanei di
vent'anni fa, ha fatto un salto in avanti: gli over 65 sono digitali e più
ottimisti. Si tratta della prima generazione di questa fascia di età che
progetta il futuro. Tanto che gli over 65 di oggi rappresentano un nuovo target
a cui si stanno interessando molte industrie. Questo l’incipit di un articolo
pubblicato alla fine di aprile di quest’anno, da ItaliaOggi sette, un magazine
che non appartiene certamente alle riviste di evasione e che si è sempre
qualificato per la serietà delle sue analisi. Insomma chi ritiene che diventare
anziano significa molto spesso avviarsi verso
una fase della vita in cui i pensieri negativi prevalgono rispetto la voglia di
imparare nuove cose e di scoprire il mondo, beh, ha proprio sbagliato nel
centrare l’obiettivo.
Ho pensato subito a questo,
nel momento in cui ho letto la mail che una cara amica mi ha
inviato a commento del mio ultimo post “Animali e libertà”.
Le considerazioni che la mia coetanea, psichiatra e terapeuta svolge denotano, infatti, un patrimonio di conoscenza, esperienza e maturità che non possono certamente essere riconducibili a tutte le età.
Le considerazioni che la mia coetanea, psichiatra e terapeuta svolge denotano, infatti, un patrimonio di conoscenza, esperienza e maturità che non possono certamente essere riconducibili a tutte le età.
Mi ha colpito – mi scrive - che
parli della ragione, del pensiero e fai una distinzione tra uomo (e donna) e
animale. Ma il pensiero non è un atto della ragione, sgorga dall'insieme
dell'attività del cervello che abbiamo definito "mente" logos per i
greci. Viene dall'esperienza, dall'intuito, dalle capacità di elaborazione e
dalla creatività. e da molto altro... non si conosce che una piccola parte di
tutto questo; mezza materia cerebrale ci è ignota e non tutti gli esseri umani
sono dotati in egual modo di queste facoltà.
C’è, infatti, chi ha una
mente primitiva, dedita solo all'interesse al piacere, altri sono dominati per
lo piu' dalla parte istintuale, dominati dal discontrollo degli impulsi che
lascia ben poco spazio alla razionalità.
Altri, ancora, hanno una
mente matematica (è un mistero come quella artistica e musicale) o hanno
facoltà intuitive ed analogiche, empatiche, che sono molto poco razionali. Insomma
la ragione è solo una parte della mente, importante come le altre.
sopravvalutata purtroppo dal tecnicismo esasperato del nostro tempo.
Dire che alcuni esseri sono
come le bestie non è corretto. Essi ( uomini) sono qualcosa di umano in ogni
caso. Solo l'uomo arriva ad aberrazione di cui è piena la storia. e queste
aberrazioni sono indice di problematiche
molto complesse. Gli animali sono molto più vicini a noi di quanto
pensiamo. Naturalmente c'è una scala nel regno animale. La loro mente è simile
alla nostra. Hanno l'intelligenza che serve loro per la sopravvivenza; e
pensano di sicuro! In modo più semplice di noi; riescono a risolvere problemi
(corvi), a scoprire e tramandare competenze (scimpanzé ) a riflettere su cosa è
importante fare in un certo momento, quindi discernono. tutte facoltà del
pensiero. Il mondo è pieno di esempi di episodi che confermano queste congetture. Ci sono alcuni libri molto
documentati ed interessanti, che fanno luce su questi aspetti. Tanto da rimanere
sbalorditi: "Al di la' delle parole" di Carl Safina e "La mente del corvo" Bernd Heinrich; ambedue di Adelphi.
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