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La piscina esterna dell'hotel Sollievo |
Avrei voluto iniziare questo
post scrivendo che quando qualcuno raggiunge la maturità ha la fortuna, molto
spesso, di fare delle scelte che a vent’anni, o giù di lì, non si fanno. Soprattutto
in materia di viaggi. Ciò in quanto il desiderio di conoscenza e di scoprire
luoghi nuovi impone delle scelte che devono inevitabilmente essere compatibili
con il poco tempo a disposizione. Perlomeno
per la maggior parte delle persone che per far quadrare il bilancio familiare
devono dedicarsi ad un lavoro, sia esso autonomo o alle dipendente di altri il
senso non cambia.
Mi sono resa subito conto, però,
che il termine maturità è un termine ambiguo. Nel senso che essere adulti non è
un sinonimo di essere maturi. Insomma, se
quando un frutto è maturo ha raggiunto il massimo delle sue caratteristiche
organolettiche e consumarlo diventa un gran piacere, per l’uomo le cose vanno un
po’ diversamente. Nel senso che la maturità non è così facile da realizzare o
raggiungere. Alcune persone potrebbero essere solo fisicamente mature:
nonostante siano cresciute completamente a livello fisico, non mostrano segni
di maturità emotiva - come l'essere disponibili ad accettare responsabilità, o
il mantenere la calma in situazioni gravi - nonostante gli anni che passano. Ed
io non vorrei peccare di presunzione affermando nel mio incipit che sono
matura; come peraltro mai penserei di definirmi persona anziana nell’accezione ampia
del termine. Fermo restando che la scienza ufficiale, sulla base di elementi
variabili quali quelli fisici, psicologici, culturali, sociali, ha decretato
che avere 80 anni oggi non è come averli avuti 50 o 20 anni fa. E, quindi, la soglia
dei 65 anni che decretava la transizione non è più valida per definire anziana una
persona. E si sta facendo strada un’altra teoria: che esiste una fase di
transizione più o meno lunga e che varia in base a diverse tappe ed anche al
luogo in cui si vive.
Personalmente amo la teoria
che, seppur in poche righe, ho presentato nel primo post di questo Blog e che
sintetizza il pensiero di Deepak Chopra medico indiano al quale vent’anni fa è
stato assegnato il premio Nobel per la fisica per la sua personalissima
interpretazione della fisica quantistica. Teoria che, peraltro, si affianca a
quella del filosofo francese Henri Bergson, il quale affermò che “Il tempo è un'invenzione, o è niente del tutto”.
Quindi, abbandonando del tutto la questione connessa all’età
anagrafica perché troppo complicata e ponendo, invece, in primo piano la
libertà di tempo che di norma gli over 65 possiedono, un modo per godere al
meglio la stagione invernale è quello di trascorrere un periodo di tempo alle
terme. La mia esperienza è relativamente recente ed ha coinciso con la scoperta
che in Italia esiste una moltitudine di stazioni termali che soddisfano ogni
bisogno sanitario. La mia fortuna è di abitare a circa due ore di macchina da
una delle zone termali per eccellenza, ovvero la zona di Abano/Montegrotto
terme. Due comuni che, assieme a Battaglia Terme e Galzignano Terme definiscono
il bacino delle cosiddette Terme euganee. Anche se, a dire il vero, a Battaglia
Terme, il cui primo nucleo del paese sorse intorno all'anno 1000 attorno
al colle di Sant'Elena, dove era in funzione un ospizio per pellegrini con
annesse le grotte termali e che, fino alla prima guerra mondiale, ospitava un
importante complesso termale considerato il più lussuoso delle terme euganee, l’attività
sanitaria di sfruttamento di fanghi ed acque è passata in secondo piano. Perché
la parte del leone, oggi, la fanno Montegrotto ed Abano, anche in forza del
fatto che tutti gli hotel offrono wellness center e reparti termali
all’avanguardia, specializzati in fangobalneoterapia e cure inalatorie,
convenzionati con il Sistema sanitario nazionale. In sostanza, prescrizione del
medico di base alla mano e pagamento del ticket (se non esenti) presentata
direttamente in hotel, assicurano 12 fanghi con altrettanti bagni a carico
della Sanità pubblica per tutti coloro i quali manifestano i classici acciacchi
dell’età avanzata.
Quest’anno,
per la quarta volta, sono ritornata all’Hotel Sollievo, il cui nome è tutto un
programma e che non manca mai di riservare sorprese ai fedeli ospiti. Provare
per credere. Peraltro, di volta in volta, nei giorni che precedono la partenza,
redigo un programmino delle cose da fare e dei luoghi da visitare, che sono
tanti. Succede, invece, che sto talmente bene con le coccole che ci vengono
riservate che la visita di Arquà Petrarca, l’Abbazia di Praglia, il castello
del Catajo, la villa Barbarigo di Valsanzibio, vengono inevitabilmente rinviate
al prossimo turno. Uno degli aspetti interessanti, infatti, è che i 12
trattamenti prescritti possono essere dilazionati in più tranche con l’unico
obbligo di completare il ciclo nello spazio di due mesi.
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